Un mago in frac ma senza coniglio nel cilindro: fotografia dell’inizio campionato per Luis Alberto, acclamato “neo top player” della scorsa stagione.

Il cambiamento del giocatore è stato sorprendente per ben due volte: dal buio ai riflettori e poi dai riflettori alla panchina.
Il problema qual’è?
Il problema è nella mente e non certo nelle gambe, figlio di un calcio spagnolo che vive della sua instabilità.
Eppure è difficile pensare ad un qualsiasi timore psicologico quando hai alle spalle una società che non ha mai smesso di credere in te.

Inzaghi ha deciso di metterlo in campo contro il Sassuolo in barba a Correa, non solo in piena forma anche Europea, ma addirittura un investimento molto alto per il classico budget lotitiano.
Così riappare il fantasma: ma questa pubalgia ce l’ha?

Al Mapei avrebbe dovuto ringhiare e dimostrare a tutti che quella maglia da titolare è sua di diritto, invece in un’oretta di gioco si è vista alla lontana giusto qualche scintilla dell’Alberto che ricordavamo.
Sono cattiva? Beh, sinceramente non credo, soprattutto se stiamo parlando di colui che in molti definivano “fenomeno” pochi mesi fa.

Assolutamente non deve essere bistrattato o sottovalutato, semmai recuperato.
Recuperato in una squadra che invece di festeggiare Parolo per il gol, si è diretta verso Alberto che c’aveva messo lo zampino.
Un segnale forte, un segnale di attesa e fiducia.

E Luis ha colto il segnale pur non accogliendo bene la sostituzione, i più attenti si saranno accorti della sua insofferenza al richiamo in panchina, ma quel minutaggio era il massimo che poteva avere nelle gambe ed Inzaghi non ha voluto rischiare .

Qui si parla già di “caso”: vuole andare via, ci sono di mezzo i procuratori….
Una cosa ci terrei però a sottolineare e cioè che durante la sessione estiva di calciomercato, la sua permanenza in biancoceleste non è mai stata in dubbio.
In barba alle solite offerte inventate da pennivendoli e roba simile, Alberto non era sulla lista delle “cessioni prossime”.
Non c’è alcun “caso” intorno al rinnovo in standby, c’è solamente la prudenza di Lotito che vuole vedere prima di “comprare”.
Perché se è vero che la maglia titolare non è un diritto e va meritata, anche la “cifrona” da top player non è dovuta a nessuno ma solo a chi la merita .
E forse questo adeguamento arriverà, è solo in ritardo.

Ci vuole la testa oltre le gambe.
Luis è un ragazzo da maneggiare con cura, voleva abbandonare il calcio e poi, laddove Felipe Anderson crollò, lui si innalzò.
Basta ricordare però che, quando Pipe tornò in grande spolvero e la titolarità cominciò ad essere spartita tra i due, un lieve calo si notò nello spagnolo.
Lieve, quasi impercettibile, troppo poco per notarlo bene forse .

Simone Inzaghi non lo lascia indietro, sta provando a recuperare il suo “Mago”, una squadra però è composta da tante individualità, da tanti stili di gioco, da tanti “scelgo lui per questa gara”.
Non si lascia indietro Alberto, ma non si lascia indietro nessuno!

Adesso ci sono troppi galli a cantare nello stesso pollaio: Caicedo sembra rinato, Correa sta crescendo ed è costato pure parecchio…. adesso Alberto deve tirare fuori gli attributi sperando siano quadrati.

 

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